L’ippocastano è un albero molto grande, con una folta ed ampia chioma. I frutti che produce sono molto simili alle castagne, da qui deriva infatti anche il nome “castagne d’India”.
Quando vengono ingerite allo stato fresco, le castagne d’India sono molto amare e pericolose per i loro saponosidi che hanno un effetto emolitico. Se dal punto di vista nutrizionale i semi di ippocastano rappresentano un prodotto di non valido interesse, sono invece ampiamente noti in ambito fitoterapico. Le castagne d’India sono infatti ricche di sostanze chimiche dotate di azione antinfiammatoria, antiedemigena e vasocostrittrice.
ippocastano
INDICAZIONI TERAPEUTICHE
Gli estratti di ippocastano, quindi, sono preziosi alleati dei nostri vasi e vengono per questo ampiamente utilizzati in ambito proctologico. Le indicazioni terapeutiche non si limitano solamente al trattamento delle malattie ano-rettali (emorroidi esterne, ragadi e prurito anale), ma si estendono al trattamento di disturbi circolatori di varia natura.
L’azione capillaro-protettiva e decongestionante viene utilizzata per dare sollievo a gambe pesanti, nelle condizioni di insufficienza venosa periferica e nelle sindromi flebitiche (questo perché l’aumento del tono delle vene si ripercuote positivamente sul ritorno venoso al cuore).
POSOLOGIA
Quando l’ippocastano viene assunto a scopo curativo è indispensabile ricorrere a forme farmaceutiche definite e standardizzate in principi attivi, le uniche che consentono di sapere quante molecole attive si stanno somministrando al paziente. Preparazioni erboristiche tradizionali come infusi, succhi e decotti, non permettono di stabilire con esattezza la quantità di principi attivi somministrata al paziente, il che aumenta il rischio di insuccesso terapeutico. Ovviamente risulta necessario il consulto di un medico.
CONTROINDICAZIONI ED EFFETTI COLLATERALI
Gli estratti di ippocastano sono controindicati in soggetti con disturbi gastrointestinali. Sono proprio i disordini dell’attività digerente (costipazione, diarrea, vomito e nausea) a rappresentare gli effetti indesiderati più comuni, anche se rari, dell’ippocastano assunto per via orale.